L'utilità dei Principi di Valutazione

Spunti per far "aprire gli occhi" ai non addetti ai lavori

L’utilità dei Principi di Valutazione

Spunti per far "aprire gli occhi" ai non addetti ai lavori

Valutare un’azienda è un’attività molto complessa ed articolata: l’esperto valutatore deve infatti scegliere quale criterio valutativo, tra i diversi esistenti, dovrà applicare al caso concreto per determinare con esattezza il valore del bene stimato.
Ed a fronte di tale complessa attività dell’esperto valutatore il soggetto che ha richiesto la valutazione si trova troppo spesso nella materiale impossibilità di poter comprendere, non solo la correttezza del metodo valutativo applicato dall’esperto, ma anche la congruità del valore assegnato al bene stimato. Troppo spesso, quindi, il soggetto che chiede una valutazione si ritrova ad ottenere l’indicazione di un determinato valore del proprio bene in un modo (che il medesimo percepisce) del tutto asettico ed inconfutabile.
E ben difficilmente un tale – non meglio apparentemente verificabile né appurabile – dato può agevolare le transazioni commerciali che avranno poi ad oggetto il bene valutato: se infatti, e per esempio, l’acquirente di tale bene non può di fatto comprendere la correttezza della valutazione svolta e non può pertanto concordare con la quantificazione economica attribuita al bene, difficilmente può accettare di sopportarne la relativa spesa, soprattutto se questa è ingente.
Anche per tale motivo appare quindi necessario offrire a tutti i soggetti fruitori della valutazione (siano essi il proprietario del bene o i diversi soggetti al medesimo bene interessati) dei validi strumenti perché gli stessi possano verificare il corretto operato dell’esperto valutatore e, di conseguenza, la congruità del valore stimato.

Tali validi strumenti tesi a far meglio comprendere ed appurare ai soggetti fruitori la congruità del prezzo stimato sono i PRINCIPI DI VALUTAZIONE, siano essi di fonte internazionale (i cosiddetti IVS) che di fonte nazionale (i cosiddetti PIV – Principi Italiani di Valutazione).
I principi di valutazione impongono infatti al perito che decide (ad oggi su base volontaria) di adottarli di stimare il valore del bene, non solo applicando una specifica e concreta tecnica valutativa (quella che sarà ritenuta maggiormente idonea al caso di specie), ma anche considerando una serie di processi logici, dettagliatamente elencati, che contribuiscono alla determinazione del valore assegnato al bene.

Se, quindi, il perito adotta nel proprio lavoro i principi di valutazione rende inevitabilmente trasparente il suo operato ai fruitori della sima, consentendo al proprietario del bene e ad ogni soggetto interessato di poter eventualmente concordare con il risultato ottenuto, accertando l’eventuale congruità del valore stimato, poiché ottenuto su solide basi informative e adeguati test di ragionevolezza.
 

Ed una valutazione quanto più possibile "trasparente" è per noi una valutazione di qualità


E in cosa consistono i Principi di Valutazione?

Come detto, i principi di valutazione sono delle linee-guida che si concretizzano in una serie di elementi tipizzati che concorrono – unitamente alle specifiche tecniche di valutazione che dovranno in ogni caso essere necessariamente utilizzate – a definire il processo logico da seguire per determinare il valore del bene.

Tali elementi sono quelli dettagliatamente elencati.
 
  1. LA TIPOLOGIA DELL’INCARICO. A seconda dello specifico e concreto scopo sotteso alla perizia richiesta dal proprietario del bene, l’esperto potrà svolgere diverse tipologie di lavori: una valutazione (c.d. “piena”), un parere valutativo, un parere di congruità finanziaria, un calcolo valutativo o una revisione del lavoro già predisposto da un altro esperto. È quindi importante verificare che la specifica tipologia di lavoro adottata dall’esperto (che sarà ovviamente differente nella qualità e nel costo della stima) sia quella esattamente coincidente alle necessità del committente.
  2. LO SPECIFICO OGGETTO DELLA VALUTAZIONE. È importante che tutta la perizia si concentri essenzialmente su quello che ne è lo specifico oggetto (che potrebbe essere un’azienda, una singola azione, delle quote, l’avviamento, ecc.), descrivendolo ed analizzandolo in ogni suo aspetto: solo se la base della valutazione è corretta, infatti, è possibile distinguere le diverse determinanti del valore, ossia la capacità di reddito, la crescita e il rischio.
  3. LA CONFIGURAZIONE DI VALORE. A seconda dello specifico valore che si intende concretamente ottenere (sia esso il valore di mercato, il valore intrinseco del bene, il valore di investimento, il valore equitativo, il valore convenzionale o il valore di smobilizzo) l’esperto dovrà applicare la tecnica valutativa ritenuta maggiormente idonea allo scopo. E tuttavia il risultato che si potrà ottenere sarà diverso a seconda dello specifico valore che si intenderà attribuire al bene (una stessa azienda, infatti, può assumere valori differenti per l’attuale proprietario, per un generico partecipante al mercato o per un investitore, industriale o finanziario che sia): è bene quindi che il committente possa verificare in ogni momento che il focus della perizia sia stato correttamente individuato dall’esperto.
  4. LA BASE INFORMATIVA E L’INFORMAZIONE PROSPETTICA. Il lavoro dell’esperto si svolge su una base di informazioni e documenti che lo stesso riceve dal committente o raccoglie da fonti esterne: è chiaro tuttavia che tale base informativa (che dovrà essere peraltro analizzata dall’esperto e da questi giudicata in termini di ragionevolezza) concorre a determinare l’esito che può avere la perizia. Il committente può quindi accertare se tale documentazione è effettivamente idonea, completa e quanto più adeguata allo scopo.
  5. L’ANALISI FONDAMENTALE ED I DRIVER DI VALORE. È importante che l’esperto comprenda appieno il modello di business nel quale è integrato il bene da valutare: a seconda dello specifico andamento del business di riferimento, infatti, il bene può presentare un diverso valore. Nell’ambito di aziende del medesimo settore, infatti, sono presenti cicli di vita differenti (per l’andamento del mercato, per scelte imprenditoriali o per investimenti fatti): è quindi necessario adottare una diversa e specifica scelta valutativa per ottenere un valore quanto più coerente e corrispondente alla concreta realtà. L’esperto che adotta i principi di valutazione dovrà quindi dare atto nell’ambito della perizia di aver correttamente inquadrato il concreto modello di business nel quale si trova il bene valutato e le leve (driver) che incidono sul valore, di modo che il committente possa agevolmente verificarne l’esatta corrispondenza alla realtà.
  6. IL RISCHIO. L’esperto valutatore dovrà infine rendere evidente nel proprio lavoro il livello di rischio insito nel bene valutato: qualora – e per mero esempio – si intende trasferire una quota di una società, l’esperto non potrà esimersi dal valutare il rischio che l’acquirente della quota si accolla. Tanto maggiore sarà il rischio dell’investimento, infatti, tanto minore sarà il valore attribuito alla quota.


La soluzione

L’esperto valutatore, nel seguire i principi di valutazione, darà quindi la possibilità di poter valutare la qualità del lavoro effettuato al lettore della stima. Questi, infatti, non dovrà tanto preoccuparsi di verificare la corretta applicazione delle tecnicalità, ma avrà invece la possibilità di seguire il processo logico adottato dall’esperto valutatore in termini di completezza dei dati utilizzati e di ragionevolezza dei risultati ottenuti.
 
 
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