Valutazione d’azienda: tra valore e prezzo

Valutazione d’azienda: tra valore e prezzo
 

Questa settimana i nostri Michele Zampieri e Giovanni Pernigo si sono confrontati con un professionista serio e preparato per la stima di una società cliente.

Il passaggio più stimolante del dialogo? Quando ci ha detto: “Mi serve una stima indicativa, che poi il prezzo lo fa il mercato”.
 
Un’osservazione legittima, ma parziale.
È vero che il prezzo si definisce nel confronto tra domanda e offerta, ma la nostra attività di valutatori acquista valore proprio nel momento in cui mettiamo l’imprenditore nelle condizioni di gestire quella contrattazione con consapevolezza.

A partire da questo presupposto, è stato chiaro fin da subito che l’obiettivo della valutazione fosse stimare il valore di mercato: il prezzo in una transazione tra soggetti indipendenti, in condizioni normali (non di liquidazione, ad esempio).
Per arrivarci, serve un’analisi fondamentale solida, che tenga conto sia dell’azienda che del contesto competitivo. Solo così si può capire se l’attuale gestione esprime l’highest and best use, ovvero l’utilizzo che massimizza il potenziale dell’attività (azienda), tenendo conto di ciò che è operativamente possibile, legalmente e finanziariamente possibile — che si tratti dell’uso attuale o di un’alternativa più efficiente.

Inoltre, stimare il valore di mercato e analizzare le sinergie (universali) e gli efficientamenti realizzabili permette all’imprenditore (e ai suoi consulenti) di comprendere con maggiore chiarezza quali sono gli elementi che accrescono o riducono il valore dell’azienda, così da meglio condurre la trattativa.

In Revidere lavoriamo per unire velocità di esecuzione e profondità di analisi, perché è anche da questo equilibrio che nasce il valore del nostro lavoro.

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