Valutare le Non-Financial Liabilities
Valutare le Non-Financial Liabilities
In queste settimane il nostro team – con Giovanni Pernigo e Anna Giacon in prima linea – sta conducendo un progetto di valutazione delle società appartenenti a un gruppo caratterizzato dalla presenza di contenziosi.
Si tratta di passività potenziali (Non-Financial Liabilities) che, pur non essendo iscritte in bilancio secondo i principi contabili nazionali OIC (probabilità di soccombenza possibile, ma non probabile), assumono invece un ruolo cruciale ai fini valutativi.
Quando la contabilità non basta, la valutazione deve andare oltre
Nel processo di valutazione aziendale è necessario stimare il valore atteso di tali passività, incorporando non solo la probabilità degli esiti, ma anche un margine per il rischio.
Gli IVS – International Valuation Standards, in particolare l’IVS 220 dedicato alle Non-Financial Liabilities, e i Principi Italiani di Valutazione (PIV III.9.3) sottolineano come la valutazione debba riflettere:
In altre parole, la valutazione deve colmare ciò che la contabilità – per ragioni prudenziali – non rappresenta. Allo stesso modo, quando si valuta una passività potenziale – un contenzioso, una garanzia, un rischio ambientale, ecc. – non basta stimare il valore atteso (expected value), cioè:
Probabilità di ciascun esito × importo dell’esito.
Deve essere considerato anche il costo dell’incertezza aggiuntiva, e il risk margin serve proprio a rappresentarlo. In altri termini, il risk margin replica la logica per cui un investitore razionale chiede un premio per assumere rischi difficili da misurare.
Il bilancio, quindi, resta ancorato a criteri di prudenza; la valutazione, invece, deve cogliere tutti i driver economici, anche quelli non riconosciuti contabilmente ma capaci di influire sui flussi futuri – che si tratti di intangibili “interni” o, come nel nostro caso, di passività latenti.
Il nostro approccio
In Revidere affrontiamo questi casi adottando:
È proprio in situazioni come questa che emerge il valore aggiunto dell’attività valutativa: trasformare l’incertezza in un elemento misurabile, comprensibile e utile alle decisioni.
In queste settimane il nostro team – con Giovanni Pernigo e Anna Giacon in prima linea – sta conducendo un progetto di valutazione delle società appartenenti a un gruppo caratterizzato dalla presenza di contenziosi.
Si tratta di passività potenziali (Non-Financial Liabilities) che, pur non essendo iscritte in bilancio secondo i principi contabili nazionali OIC (probabilità di soccombenza possibile, ma non probabile), assumono invece un ruolo cruciale ai fini valutativi.
Quando la contabilità non basta, la valutazione deve andare oltre
Nel processo di valutazione aziendale è necessario stimare il valore atteso di tali passività, incorporando non solo la probabilità degli esiti, ma anche un margine per il rischio.
Gli IVS – International Valuation Standards, in particolare l’IVS 220 dedicato alle Non-Financial Liabilities, e i Principi Italiani di Valutazione (PIV III.9.3) sottolineano come la valutazione debba riflettere:
- l’incertezza e la volatilità degli esiti,
- la variabilità degli scenari,
- l’asimmetria informativa,
- e un adeguato risk margin, che tenga conto della maggiore difficoltà di misurazione rispetto ad attività o passività ordinarie.
In altre parole, la valutazione deve colmare ciò che la contabilità – per ragioni prudenziali – non rappresenta. Allo stesso modo, quando si valuta una passività potenziale – un contenzioso, una garanzia, un rischio ambientale, ecc. – non basta stimare il valore atteso (expected value), cioè:
Probabilità di ciascun esito × importo dell’esito.
Deve essere considerato anche il costo dell’incertezza aggiuntiva, e il risk margin serve proprio a rappresentarlo. In altri termini, il risk margin replica la logica per cui un investitore razionale chiede un premio per assumere rischi difficili da misurare.
Il bilancio, quindi, resta ancorato a criteri di prudenza; la valutazione, invece, deve cogliere tutti i driver economici, anche quelli non riconosciuti contabilmente ma capaci di influire sui flussi futuri – che si tratti di intangibili “interni” o, come nel nostro caso, di passività latenti.
Il nostro approccio
In Revidere affrontiamo questi casi adottando:
- analisi scenario-based,
- determinazione del risk margin con logiche coerenti con gli standard internazionali,
- integrazione delle informazioni legali, tecniche e finanziarie per arrivare a una misura robusta e difendibile.???? Valutare significa rappresentare la realtà economica, anche quando il bilancio non lo fa
È proprio in situazioni come questa che emerge il valore aggiunto dell’attività valutativa: trasformare l’incertezza in un elemento misurabile, comprensibile e utile alle decisioni.
